DI ANDREA BENEDINO E ANNA PAOLA CONCIA
È iniziata la fase costituente per il Partito democratico. Questa fase non durerà molto, sarà difficile. Potrebbe essere affascinante se solo avessimo tutte e tutti la forza di mettere al centro la politica. Se riuscissimo a mettere al centro con passione ciò che ci tiene insieme e ciò che ci divide, se riuscissimo a cercare davvero strade nuove, nuovi orizzonti. Se riuscissimo a pensare al bene comune. Se riuscissimo davvero a essere ambiziosi e ambiziose, al punto da volere cercare tutte le strade per immaginare un mondo migliore, migliore per tutte e tutti. Se la fase costituente fosse tutto questo, sarebbe una grande esperienza collettiva, e il Partito democratico avrebbe già vinto.
Noi parteciperemo a questa fase con questo spirito, e con questo impegno abbiamo deciso di condurre una battaglia politica e culturale sull'identità del Pd, sui suoi valori fondanti. Il Partito democratico sarà anche il nostro partito solo se avrà tra i suoi valori fondanti la laicità, l'autonomia della politica e delle istruzioni. Solo se sarà il Partito dei diritti civili e della piena cittadinanza dei cittadini e delle cittadine lesbiche, gay, bisessuali e transessuali. Ambiziosi, sognatori, ingenui, fuori dalla realtà? Quante cose ci sono state dette dai nostri amici e compagni i quali pensano che questa nostra battaglia sia già persa in partenza, e che non riusciremo a spostare l'asse dei valori del Pd verso principi liberali, democratici, fino in fondo inclusivi verso i nuovi soggetti della cittadinanza. Abbiamo deciso di tentare senza nascondere mai le nostre paure, la nostra fatica quotidiana, le nostre incertezze. Ma senza nascondere mai che ci sono momenti della vita (politica e personale) in cui proprio rispetto a se stessi, a quello che si pensa, bisogna prendersi delle responsabilità.
E bisogna avere il coraggio, la forza di mettersi in gioco, di mettere a disposizione le proprie vite, le proprie battaglie per qualcosa che va oltre noi stessi, oltre i nostri interessi personali.
C'è una bellissima poesia di Emily Dickinson che dice che «non conosciamo mai la nostra altezza finché non siamo chiamati ad alzarci. E se siamo fedeli al nostro compito, arriva al cielo la nostra statura». Altre scelte per noi sarebbero state più «facili», più «comode», meno pericolose, meno insidiose. Abbiamo scelto, invece, la strada più difficile, perché siamo convinti di una cosa: che se perderemo questa battaglia dentro il Pd, perderemo tutti e tutte. Perché l'Italia, oltre a tante altre cose, ha anche un grandissimo bisogno di un vero partito democratico, di un partito che possa corrispondere alle nostre aspettative. E non abbiamo solo bisogno noi, ne ha bisogno questo paese. Per uscire finalmente dal medioevo nel quale rischia di sprofondare, ed entrare con coraggio verso la modernità sui temi che riguardano le libertà individuali, i diritti di cittadinanza, il rispetto per le differenze.
È per queste ragioni che chiediamo a coloro che desiderano le nostre stesse cose, di essere vicini a noi, di aiutarci, di fare questa battaglia con noi, fino in fondo. Per questo, in questo periodo cercheremo di confrontarci, di intrecciare dialoghi profondi con coloro che hanno scelto di condividere la fase costituente. E in particolare con donne e uomini cattolici, con i quali sui nostri temi la distanza sembra abissale. Vogliamo capire se è possibile costruire uno spazio comune della politica dove l'amore per la diversità sia un valore fondante. Dove questo amore possa produrre rispetto e libertà, dentro questo spazio comune che vogliamo costruire.
Ci sono due esempi in questi giorni che sul terreno del dialogo tra chi si appresta a costruire il Pd sono significativi dello sforzo che tutte e tutti dobbiamo compiere nella costruzione di una pratica politica nuova che tenga insieme storie, identità e appartenenze diverse nel rispetto reciproco e nella volontà di una sintesi alta. La prima ci fa ben sperare, ed è la risoluzione votata ieri dal parlamento europeo contro l'omofobia. Questa risoluzione è stata votata oltre che dai deputati e deputate Ds anche da quelli e quelle della Margherita. Ieri sui giornali il Vaticano ha attaccato con violenza questa scelta e con il solito spirito provinciale italiano ha tentato di ricondurre tutto al dibattito politico interno. Molto sommessamente vorremmo dire al Vaticano che di diritti umani si tratta, e non di un attacco del parlamento europeo «comunista» e «laicista» alla chiesa cattolica. Ecco, il futuro Pd deve avere la forza e la fermezza di respingere queste assurde ingerenze. Per il bene della politica e delle istituzioni, e naturalmente di tutti i cittadini e le cittadine.
Il secondo esempio, invece, è molto preoccupante e riguarda l'adesione al Family Day. La Margherita spinge, i Ds ondeggiano ambigui. Ci sembra assurdo che si debba ancora ripeterlo, ma vogliamo ancora una volta spiegare a tutti che i portavoce del Family Day meglio di noi hanno affermato che questa manifestazione nella sua piattaforma ha tanti sì a favore della famiglia e un solo no, quello ai Dico. E che chi aderisce al Family Day deve sottoscrivere tutta la piattaforma. Ci vuole spiegare qualcuno, sia nei Ds che nella Margherita, come si fa ad aderire a una manifestazione che è esplicitamente contro un provvedimento del governo, frutto di una mediazione alta e che è stato un chiaro tentativo di costruzione di dialogo? Come si fa ad andare contro se stessi? Ma è mai possibile che si fa sempre un passo avanti e tre passi indietro? Mettetevelo in testa, la gente non capisce. E non ci venite a dire che la famiglia devono sostenerla tutti. Chi dice il contrario. Bisogna mettere in campo politiche, non fare ideologia. E per questo vi preghiamo, una volta per tutte: usate il plurale, famiglie. Altrimenti non solo non stiamo in Europa, ma fuori dal mondo.
Questi saranno i terreni dove si giocherà la battaglia culturale e politica della fase costituente, i terreni dove noi ci cimenteremo senza fare sconti a nessuno. Noi siamo qui oggi, dove altre e altri nostri compagni omosessuali non hanno scelto di stare. Compagni e compagne con i quali abbiamo condiviso, e vogliamo continuare a condividere le nostre battaglie. E a loro vogliamo dire che la battaglia è la stessa, dovunque venga condotta, in qualsiasi luogo, in qualsiasi partito. Più siamo a condurla, ovunque siamo a condurla e meglio è, per la dignità, per la vita di tutte e tutti noi, gay, lesbiche, bisessuali e transessuali italiani.
Andrea Benedino e Anna Paola Concia
Portavoce Nazionali
Gayleft - Consulta Lgbt Ds