Tra i delegati al congresso provinciale ce ne sono quasi 30 tra i firmatari della mozione "Tutta un'altra musica"; un dato significativo che dimostra (semmai ce ne fosse ancora bisogno) la capacità di radicamento del nostro progetto all'interno del partito e il riconoscimento delle nostre capacità individuali. Il numero sarebbe stato ancora più alto se ai delegati del territorio si fosse aggiunta la "quota Sinistra giovanile", di cui purtroppo non disponiamo visto l'annullamento del congresso del 4 febbraio e la non volontà di porvi rimedio trovando altre soluzioni di buon senso. Da domenica troverete le nostre opinioni sul congresso su questo blog. Venite a trovarci e a discutere con noi.
Negli oltre 190 congressi di sezione della Quercia milanese la mozione Fassino raggiunge quota 73,54 per cento, la proposta politica di Mussi il 17,32% e la mozione Angius il 9,13%.
giovedì 29 marzo 2007
domenica 25 marzo 2007
venerdi 30 a Novate i ragazzi di Locri
A seguito dell'approvazione in consiglio comunale dell'Ordine del Giorno, promosso dalla Sinistra giovanile, per l'istituzione della giornata comunale di lotta alla mafia e dopo varie iniziative dell'amministrazione comunale (impegnata dall'Odg) quali manifesto per le vie cittadine, bandiera a mezz'asta del comune, minuto di silenzio e lettura dell'Odg in tutte le scuole medie del paese; il Centro Socio Culturale della Coop di Novate ha organizzato un incontro con i ragazzi della Locride. I quali porteranno le loro esperienze di vita quotidiana e di battaglia politica nella loro terra.
Siete tutti ovviamente invitati.
sabato 24 marzo 2007
Pensieri e riflessioni sulle politiche sociali di genere
Mercoledì 21 Marzo, presso la Libreria del '900 in via Montevideo a Milano, si è tenuta l'iniziativa "Quello che le donne dicono: le politiche sociali di genere dalla teoria alla pratica", promossa dal Circolo SG Imagine e con la collaborazione delle sezioni DS di zona 6. Donne nel mondo del lavoro, nella società e nella politica. Questi i temi focali della serata, in base ai quali si sono snodati gli interventi dei relatori e del pubblico. Percezione culturale delle politiche di genere, conciliazione, rappresentanza...Qual è la situazione attuale? Quali le politiche da intraprendere per un'innovazione reale? L'occupazione femminile in Italia è al 45%; nella maggior parte dei casi il lavoro della donna è semplicemente visto come complementare a quello dell'uomo, necessario per far quadrare il bilancio familiare. Proliferano dunque le assunzioni femminili con contratti flessibili: part time, a tempo determinato, a progetto...una flessibilità povera che ricade a vantaggio delle imprese, non certo delle lavoratrici. Poche le donne presenti a livelli manageriali e imprenditoriali. Paradossalmente, il numero più elevato di "imprese rosa" è al sud, laddove però spesso il nominativo femminile viene sfruttato per motivi fiscali. C'è una scarsa accoglienza sociale della maternità, che viene vista dalle imprese come un ostacolo per l'assunzione, e dalle donne come una mortificazione delle proprie aspirazioni professionali. L'Italia ha inoltre uno dei più bassi indici di natalità di tutta Europa. La legge 53 del 2000, varata dall'allora Ministro della Solidarietà Sociale Livia Turco, riguardante congedi parentali, sostegno della maternità e della paternità, coordinamento dei tempi delle città, è praticamente inutilizzata. Gli enti terriroriali dovrebbero migliorare nell'erogazione di pubblici servizi: trasporti pubblici più efficienti e ad orario di donna, più asili nido, consultori.
Una serie di problemi certamente a livello legislativo, ma anche e soprattutto a livello culturale.Ed è su questo che devono riflettere le nuove generazioni: si può ancora parlare, nel 2007, di una rigida divisione dei ruoli tra uomo e donna, con conseguente rafforzamento del concetto di famiglia "tradizionale"? Perchè tutta questa difficoltà da parte dell'uomo di vestire un ruolo considerato più femminile all'interno del nucleo familiare? C'è un'inversione di tendenza e un cambio di mentalità nelle nuove generazioni? E infine, in quanto organizzazione politica giovanile, vale la pena di discutere in questa sede sul ruolo e le modalità di porsi delle donne in politica. Interessante e squisitamente provocatorio, a mio parere, l'intervento di Emma in proposito. La politica ha tempi e orari tipicamente maschili. Riunioni infinite, spesso eccessivamente. Per una donna è difficoltoso calarsi in schemi ritagliati a misura d'uomo: a casa c'è una famiglia che aspetta, è pericoloso tornar tardi alla sera, alle riunioni sono tutti maschi...sembrano banalità, ma molte volte questi sono i motivi che scoraggiano una ragazza ad accostarsi attivamente alla politica! E allora perchè non utilizzare di più, ad esempio, gli strumenti che la tecnologia offre? Perchè non osare di più nell'innovazione anche in questio senso, senza tuttavia perdere il piacere del confronto diretto? Le donne in politica tendono inoltre a "mascolinizzarsi", a rinunciare alla propria femminilità, perchè considerata sintonomo di fragilità e di debolezza. Ma quanta ricchezza e innovazione potrebbe portare nelle politica la sensibilità femminile? Magari un modo di far politica basato di più sul dialogo, sulla mediazione, sul pragmatismo, senza perdere in determinazione. E inoltre che cosa a proposito di "quote rosa"? Necessarie per promuovere un cambiamnento anche dall'alto o meccanismo svilente per le donne?Spero di aver offerto degli spunti di dibattito interessanti.);
Una serie di problemi certamente a livello legislativo, ma anche e soprattutto a livello culturale.Ed è su questo che devono riflettere le nuove generazioni: si può ancora parlare, nel 2007, di una rigida divisione dei ruoli tra uomo e donna, con conseguente rafforzamento del concetto di famiglia "tradizionale"? Perchè tutta questa difficoltà da parte dell'uomo di vestire un ruolo considerato più femminile all'interno del nucleo familiare? C'è un'inversione di tendenza e un cambio di mentalità nelle nuove generazioni? E infine, in quanto organizzazione politica giovanile, vale la pena di discutere in questa sede sul ruolo e le modalità di porsi delle donne in politica. Interessante e squisitamente provocatorio, a mio parere, l'intervento di Emma in proposito. La politica ha tempi e orari tipicamente maschili. Riunioni infinite, spesso eccessivamente. Per una donna è difficoltoso calarsi in schemi ritagliati a misura d'uomo: a casa c'è una famiglia che aspetta, è pericoloso tornar tardi alla sera, alle riunioni sono tutti maschi...sembrano banalità, ma molte volte questi sono i motivi che scoraggiano una ragazza ad accostarsi attivamente alla politica! E allora perchè non utilizzare di più, ad esempio, gli strumenti che la tecnologia offre? Perchè non osare di più nell'innovazione anche in questio senso, senza tuttavia perdere il piacere del confronto diretto?Le donne in politica tendono inoltre a "mascolinizzarsi", a rinunciare alla propria femminilità, perchè considerata sintonomo di fragilità e di debolezza.Ma quanta ricchezza e innovazione potrebbe portare nelle politica la sensibilità femminile? Magari un modo di far politica basato di più sul dialogo, sulla mediazione, sul pragmatismo, senza perdere in determinazione. E inoltre che cosa a proposito di "quote rosa"? Necessarie per promuovere un cambiamnento anche dall'alto o meccanismo svilente per le donne?Spero di aver offerto degli spunti di dibattito interessanti.
A voi la parola!
Alida
Pensieri...
Qualche mese fa ho partecipato ad una di quelle iniziative dal titolo “Donne in politica”, un ciclo di incontri che, come è facile intuire, approfondivano il tema della partecipazione politica femminile. C’è chi pensa che incontri di questo tipo scadano inevitabilmente nell’autoreferenzialità. Può darsi che ci sia, questo rischio. Ma a me quelle riunioni sono servite, ad esempio, per captare gli umori, le sensazioni, le reazioni istintive di rappresentanti del mio genere. Cose che a volte solo tra donne emergono. Il fatto più interessante era che molte di quelle donne non facevano politica (eppure erano lì!), e spiegavano perché.
Non che noi donne si abbia sempre e comunque un maggiore senso pratico infuso. Non sempre, non è detto. Ma, storicamente, la donna è abituata ad occuparsi di tutto, a prestare attenzione a tutto. Ecco perché i giri di parole, le formule rituali vuote, i meccanismi inutilmente, ma inossidabilmente contorti sono mal tollerati dal popolo femminile. E la politica spesso è proprio questo: spreco. Di tempo, di risorse, di energie. Ciò che manca di senso, di pienezza, di tangibilità, di corposità, di succo, infastidisce le donne. Le donne che hanno cura di tutto, che osservano, che scavano la realtà, che la sintetizzano, che con raffinatezza la semplificano, per riuscire a tenere insieme e a gestire esistenze affollate e complicate.
Le donne più di tutti, chiedono una politica snella, che sappia ascoltarle e che rispetti e valorizzi quel tempo, così prezioso, che esse scelgono (sceglierebbero) di dedicare all’impegno comune. Le donne vogliono partecipare. Ma partecipare a che cosa?
L’Italia è un Paese in cui la dimensione collettiva, il bene comune, i beni comuni sono vissuti con una sorta di schifata diffidenza, come una fregatura. E se pensiamo alla storia del nostro Paese non c’è da stupirsene: una di dominazione subita. In cui lo stato, il potere, è quello che frega il cittadino. Di conseguenza, il cittadino si difende tentando a sua volta di fottere lo stato. Manca senso comune, in Italia, manca senso di comunità.
Le donne sono quelle che di fregature ne hanno subite più di tutti. E ancora oggi, quello che avvertono è un sistema poco giusto e poco efficiente. A che cosa dovrebbero partecipare? Ad una cosa sporca, ingiusta, iniqua, indifferente? So che è un ragionamento semplicistico, ma il concetto - striminzito, sì - è questo.
Allora il punto è che certamente la scarsa partecipazione politica femminile è un fatto culturale, e che la legge non basta a cambiare le cose. La cultura però, per cambiare da sè, ha bisogno di molto, molto tempo. La legge può accelerare i processi, ma non solo: può impostare delle direzioni, fissare dei principi. Non penso soltanto alle quote rosa, che sono più che necessarie (nella mia società ideale non avrebbero ragione d’essere, ma questa non è la società dei miei sogni). Penso ad una serie di politiche di attenzione alle persone. Di più: di modi approcciarsi alle questioni politiche, che riguardano la vita di milioni di persone, più delicati, più rispettosi.
Mi chiedo quali possano essere i sentimenti delle donne che hanno a che fare con una legge indegna come quella sulla procreazione medicalmente assistita: quella è proprio la legge di uno stato che sghignazza con la soddisfazione di umiliarle, di punirle, di prendersi gioco del loro dolore. Mi chiedo cosa pensino, intimamente, tutte le donne che come me usufruiscono dei consultori pubblici, sempre più immiseriti, sempre più a corto di personale e di finanziamenti. I consultori che sono i luoghi dove una donna si prende cura di se stessa, della sua salute fisica e psicologica, del proprio corpo e della propria serenità. Mi incazzo se penso a quante cattiverie (sì, cattiverie) si urlano ogni giorno contro i DICO, e scrivendo queste righe riletto sul fatto che sono soprattutto le donne a rimanere, ancora una volta, fregate dalla iusdeficienza (insufficienza di diritti civili) di cui soffre questo Paese: perché se due persone vivono insieme per trent’anni senza sposarsi e uno dei due partner viene a mancare l’altro non eredita nulla. Se poi a morire è l’uomo spesso la donna è distrutta due volte, perché ancora oggi economicamente parlando la parte forte della coppia è il maschio.
Perciò facciamole, le nostre battaglie per una politica più giusta, più rispettosa, più attenta. Nei modi e nei contenuti. E sarà una politica più partecipata, che le donne desidereranno vivere.
Vittoria
Una serie di problemi certamente a livello legislativo, ma anche e soprattutto a livello culturale.Ed è su questo che devono riflettere le nuove generazioni: si può ancora parlare, nel 2007, di una rigida divisione dei ruoli tra uomo e donna, con conseguente rafforzamento del concetto di famiglia "tradizionale"? Perchè tutta questa difficoltà da parte dell'uomo di vestire un ruolo considerato più femminile all'interno del nucleo familiare? C'è un'inversione di tendenza e un cambio di mentalità nelle nuove generazioni? E infine, in quanto organizzazione politica giovanile, vale la pena di discutere in questa sede sul ruolo e le modalità di porsi delle donne in politica. Interessante e squisitamente provocatorio, a mio parere, l'intervento di Emma in proposito. La politica ha tempi e orari tipicamente maschili. Riunioni infinite, spesso eccessivamente. Per una donna è difficoltoso calarsi in schemi ritagliati a misura d'uomo: a casa c'è una famiglia che aspetta, è pericoloso tornar tardi alla sera, alle riunioni sono tutti maschi...sembrano banalità, ma molte volte questi sono i motivi che scoraggiano una ragazza ad accostarsi attivamente alla politica! E allora perchè non utilizzare di più, ad esempio, gli strumenti che la tecnologia offre? Perchè non osare di più nell'innovazione anche in questio senso, senza tuttavia perdere il piacere del confronto diretto? Le donne in politica tendono inoltre a "mascolinizzarsi", a rinunciare alla propria femminilità, perchè considerata sintonomo di fragilità e di debolezza. Ma quanta ricchezza e innovazione potrebbe portare nelle politica la sensibilità femminile? Magari un modo di far politica basato di più sul dialogo, sulla mediazione, sul pragmatismo, senza perdere in determinazione. E inoltre che cosa a proposito di "quote rosa"? Necessarie per promuovere un cambiamnento anche dall'alto o meccanismo svilente per le donne?Spero di aver offerto degli spunti di dibattito interessanti.);
Una serie di problemi certamente a livello legislativo, ma anche e soprattutto a livello culturale.Ed è su questo che devono riflettere le nuove generazioni: si può ancora parlare, nel 2007, di una rigida divisione dei ruoli tra uomo e donna, con conseguente rafforzamento del concetto di famiglia "tradizionale"? Perchè tutta questa difficoltà da parte dell'uomo di vestire un ruolo considerato più femminile all'interno del nucleo familiare? C'è un'inversione di tendenza e un cambio di mentalità nelle nuove generazioni? E infine, in quanto organizzazione politica giovanile, vale la pena di discutere in questa sede sul ruolo e le modalità di porsi delle donne in politica. Interessante e squisitamente provocatorio, a mio parere, l'intervento di Emma in proposito. La politica ha tempi e orari tipicamente maschili. Riunioni infinite, spesso eccessivamente. Per una donna è difficoltoso calarsi in schemi ritagliati a misura d'uomo: a casa c'è una famiglia che aspetta, è pericoloso tornar tardi alla sera, alle riunioni sono tutti maschi...sembrano banalità, ma molte volte questi sono i motivi che scoraggiano una ragazza ad accostarsi attivamente alla politica! E allora perchè non utilizzare di più, ad esempio, gli strumenti che la tecnologia offre? Perchè non osare di più nell'innovazione anche in questio senso, senza tuttavia perdere il piacere del confronto diretto?Le donne in politica tendono inoltre a "mascolinizzarsi", a rinunciare alla propria femminilità, perchè considerata sintonomo di fragilità e di debolezza.Ma quanta ricchezza e innovazione potrebbe portare nelle politica la sensibilità femminile? Magari un modo di far politica basato di più sul dialogo, sulla mediazione, sul pragmatismo, senza perdere in determinazione. E inoltre che cosa a proposito di "quote rosa"? Necessarie per promuovere un cambiamnento anche dall'alto o meccanismo svilente per le donne?Spero di aver offerto degli spunti di dibattito interessanti.
A voi la parola!
Alida
Pensieri...
Qualche mese fa ho partecipato ad una di quelle iniziative dal titolo “Donne in politica”, un ciclo di incontri che, come è facile intuire, approfondivano il tema della partecipazione politica femminile. C’è chi pensa che incontri di questo tipo scadano inevitabilmente nell’autoreferenzialità. Può darsi che ci sia, questo rischio. Ma a me quelle riunioni sono servite, ad esempio, per captare gli umori, le sensazioni, le reazioni istintive di rappresentanti del mio genere. Cose che a volte solo tra donne emergono. Il fatto più interessante era che molte di quelle donne non facevano politica (eppure erano lì!), e spiegavano perché.
Non che noi donne si abbia sempre e comunque un maggiore senso pratico infuso. Non sempre, non è detto. Ma, storicamente, la donna è abituata ad occuparsi di tutto, a prestare attenzione a tutto. Ecco perché i giri di parole, le formule rituali vuote, i meccanismi inutilmente, ma inossidabilmente contorti sono mal tollerati dal popolo femminile. E la politica spesso è proprio questo: spreco. Di tempo, di risorse, di energie. Ciò che manca di senso, di pienezza, di tangibilità, di corposità, di succo, infastidisce le donne. Le donne che hanno cura di tutto, che osservano, che scavano la realtà, che la sintetizzano, che con raffinatezza la semplificano, per riuscire a tenere insieme e a gestire esistenze affollate e complicate.
Le donne più di tutti, chiedono una politica snella, che sappia ascoltarle e che rispetti e valorizzi quel tempo, così prezioso, che esse scelgono (sceglierebbero) di dedicare all’impegno comune. Le donne vogliono partecipare. Ma partecipare a che cosa?
L’Italia è un Paese in cui la dimensione collettiva, il bene comune, i beni comuni sono vissuti con una sorta di schifata diffidenza, come una fregatura. E se pensiamo alla storia del nostro Paese non c’è da stupirsene: una di dominazione subita. In cui lo stato, il potere, è quello che frega il cittadino. Di conseguenza, il cittadino si difende tentando a sua volta di fottere lo stato. Manca senso comune, in Italia, manca senso di comunità.
Le donne sono quelle che di fregature ne hanno subite più di tutti. E ancora oggi, quello che avvertono è un sistema poco giusto e poco efficiente. A che cosa dovrebbero partecipare? Ad una cosa sporca, ingiusta, iniqua, indifferente? So che è un ragionamento semplicistico, ma il concetto - striminzito, sì - è questo.
Allora il punto è che certamente la scarsa partecipazione politica femminile è un fatto culturale, e che la legge non basta a cambiare le cose. La cultura però, per cambiare da sè, ha bisogno di molto, molto tempo. La legge può accelerare i processi, ma non solo: può impostare delle direzioni, fissare dei principi. Non penso soltanto alle quote rosa, che sono più che necessarie (nella mia società ideale non avrebbero ragione d’essere, ma questa non è la società dei miei sogni). Penso ad una serie di politiche di attenzione alle persone. Di più: di modi approcciarsi alle questioni politiche, che riguardano la vita di milioni di persone, più delicati, più rispettosi.
Mi chiedo quali possano essere i sentimenti delle donne che hanno a che fare con una legge indegna come quella sulla procreazione medicalmente assistita: quella è proprio la legge di uno stato che sghignazza con la soddisfazione di umiliarle, di punirle, di prendersi gioco del loro dolore. Mi chiedo cosa pensino, intimamente, tutte le donne che come me usufruiscono dei consultori pubblici, sempre più immiseriti, sempre più a corto di personale e di finanziamenti. I consultori che sono i luoghi dove una donna si prende cura di se stessa, della sua salute fisica e psicologica, del proprio corpo e della propria serenità. Mi incazzo se penso a quante cattiverie (sì, cattiverie) si urlano ogni giorno contro i DICO, e scrivendo queste righe riletto sul fatto che sono soprattutto le donne a rimanere, ancora una volta, fregate dalla iusdeficienza (insufficienza di diritti civili) di cui soffre questo Paese: perché se due persone vivono insieme per trent’anni senza sposarsi e uno dei due partner viene a mancare l’altro non eredita nulla. Se poi a morire è l’uomo spesso la donna è distrutta due volte, perché ancora oggi economicamente parlando la parte forte della coppia è il maschio.
Perciò facciamole, le nostre battaglie per una politica più giusta, più rispettosa, più attenta. Nei modi e nei contenuti. E sarà una politica più partecipata, che le donne desidereranno vivere.
Vittoria
giovedì 22 marzo 2007
crozza diceva...
spulciando nel computer:
http://www.chebordon.it/Crozza%20-%20Zapatero,Zapatera.mp3
e sull'Udc ci aveva visto lontano e bene il compagno Crozza...
http://www.chebordon.it/Crozza%20-%20Zapatero,Zapatera.mp3
e sull'Udc ci aveva visto lontano e bene il compagno Crozza...
martedì 20 marzo 2007
...anche Fassino granzieriano o anche lele fassiniano...?
domenica 18 marzo 2007
mercoledì 14 marzo 2007
...sette fratelli sette...
La zona Nord-Ovest, dopo il successo della gita dello scorso anno nella Repubblica Partigiana della Val d'Ossola, organizza un pullman di Sinistra giovanile per visitare, Domenica 1 Aprile, la casa/museo dei Fratelli Cervi a Reggio Emilia.
Il pranzo al sacco sarà gentilmente offerto dalla zona, o meglio da chi è venuto alla festa del tesseramento di sabato...:), che si consumerà nel rinomato parco di Brescello (se piove siamo già in contatto con i compagni reggiani per una sistemazione al coperto).
Nel pomeriggio è prevista anche una breve visita al museo di Don Camillo e Peppone (le loro storie si svolgevano a Brescello).
Per i nostalgici, ma anche per chi vuole il PD visto che il messaggio di fondo è che l'anima comunista e quella cattolica (le forze della reazione) alla fine si mescolano e sul vero senso della vita spesso la pensano allo stesso modo(?) potremmo anche trovarci prima,in sede a Novate, per vederne qualcuno (sul maxischermo e con il nuovo lettore dvd della zona!!!)
Il costo totale (pullman+museo) sarà compreso tra i 10 e i 15 euro.vi sapremo dire tra qualche giorno.
Per iscriversi mandare una mail a: sgzona@gmail.com
martedì 13 marzo 2007
Saluti da Bruxelles
lunedì 12 marzo 2007
domenica 11 marzo 2007
Il vinello della zona è arrivato
ROSSO Democratico e BIANCO di Sinistra, il vino imbottigliato dalla zona Nord-Ovest è da ieri sera disponibile, o meglio è quasi finito, ma ne rimane un pò.
3.50 euro la bottiglia, tre bottiglie 10 euro.
Il rosso è un Gutturnio dei Colli Piacentini, mentre il bianco è un Pinot Nero vinificato in bianco.
chi ne volesse qualche bottiglia mandi una mail a sgzona@gmail.com
venerdì 9 marzo 2007
ECOSY Winter University
Dal 04 al 08 febbraio scorsi si è tenuta a Bruxelles la seconda Winter University organizzata da ECOSY e dal Gruppo PSE nel Parlamento Europeo, dal titolo “Growing stronger together – a mid-term review” (Rafforzarsi insieme-un bilancio di metà mandato). Durante i quattro giorni si sono svolti dibattiti, seminari, workshops e tavole rotonde coinvolgendo oltre 50 giovani attivisti e 30 relatori (tra i quali europarlamentari, sindacalisti, attivisti di associazioni studentesche e ONG) provenienti da tutta Europa.
A seguito di questi 4 giorni è stato elaborato un documento ufficiale che riassume le priorità di ECOSY in vista delle elezioni europee del 2009.
Uno degli aspetti peculiari di questo documento è indubbiamente la riflessione legata al Trattato Costituzionale. Si chiede infatti con urgenza una revisione dello stesso e che fissi in modo chiaro il ruolo del Parlamento Europeo e della Commissione, affidando a quest’ultima un ruolo reale di esecutivo espressione della geografia politica del Parlamento Europeo.
In quest’ottica si chiede che i gruppi politi europei siano sempre meno affiliazioni nazionalistiche e sempre più veri e propri Partiti Europei che nelle elezioni del 2009 siano messi nella condizione di presentare una sola lista, un solo programma e un solo candidato alla presidenza della Commissione Europea. Guida di questo processo dovrebbe essere il PSE al quale si chiede di presentare un proprio candidato unico già dal 2009.
Queste riforme possono essere un primo passo di avvicinamento tra i cittadini e le istituzioni europee, processo che deve comunque misurarsi con un’allargamento dei diritti maggiore a quelli garantiti dai singoli stati membri.
Il testo integrale (in inglese) del documento è consultabile a questo link: http://www.ecosy.org/uploads/media/ECOSY_WU_Final_Declaration_February_2007.pdf
A seguito di questi 4 giorni è stato elaborato un documento ufficiale che riassume le priorità di ECOSY in vista delle elezioni europee del 2009.
Uno degli aspetti peculiari di questo documento è indubbiamente la riflessione legata al Trattato Costituzionale. Si chiede infatti con urgenza una revisione dello stesso e che fissi in modo chiaro il ruolo del Parlamento Europeo e della Commissione, affidando a quest’ultima un ruolo reale di esecutivo espressione della geografia politica del Parlamento Europeo.
In quest’ottica si chiede che i gruppi politi europei siano sempre meno affiliazioni nazionalistiche e sempre più veri e propri Partiti Europei che nelle elezioni del 2009 siano messi nella condizione di presentare una sola lista, un solo programma e un solo candidato alla presidenza della Commissione Europea. Guida di questo processo dovrebbe essere il PSE al quale si chiede di presentare un proprio candidato unico già dal 2009.
Queste riforme possono essere un primo passo di avvicinamento tra i cittadini e le istituzioni europee, processo che deve comunque misurarsi con un’allargamento dei diritti maggiore a quelli garantiti dai singoli stati membri.
Il testo integrale (in inglese) del documento è consultabile a questo link: http://www.ecosy.org/uploads/media/ECOSY_WU_Final_Declaration_February_2007.pdf
Il Futuro del Mondo del Lavoro
Ce lo hanno segnalato da Sinistra Universitaria e noi facciamo volentieri pubblicità a questa bella iniziativa!
giovedì 8 marzo 2007
Domenica 11 a Magenta ore 18.00
La Sinistra giovanile della zona Abbiatense-Magentino organizza per Domenica 11 marzo un incontro di presentazione delle mozioni congressuali in vista del congresso nazionale del Partito.
vista l'età giovine, la simpatia e le capacità dei relatori, non sarà sicuramente un pomeriggio noioso...e a seguire aperitivo, abbondante, visto che lele ora è assessore!
vista l'età giovine, la simpatia e le capacità dei relatori, non sarà sicuramente un pomeriggio noioso...e a seguire aperitivo, abbondante, visto che lele ora è assessore!
Otto Marzo...auguri compagne!
nuovamente un video, nuovamente attento alle donne, nuovamente auguri, nuovamente...o come al solito...Tutta un'altra musica!
il video lo trovate nella sezione "Laboratorio di comunicazione"
il video lo trovate nella sezione "Laboratorio di comunicazione"
Sveglia! E' l'ora dei DIRITTI!
Sabato 10 marzo in Piazza Farnese a Roma, manifestazione nazionale per dare la sveglia alla classe politica italiana
"Tutta un'altra musica" già dalla sua nascita ha inserito a pieno titolo tra le proprie priorità quella di sostenere una legge sulle convivenze. La classe politica di un paese moderno si misura sul campo dei diritti civili, per questo non possiamo accettare che il parlamento italiano eviti la discussione sui DICO. Siamo fermamente convinti che sia una proposta di legge saggia e civile, che amplia DIRITTI senza togliere nulla a nessuno.
Seguendo l'esempio del nostro nuovo segretario nazionale Fausto Raciti anche "Tutta un'altra musica" aderisce alla manifestazione Diritti Ora!
http://www.dirittiora.it/default.asp
Alle DONNE e agli UOMINI di questo paese così bello e così poco libero.
A chi crede che tutti gli esseri umani nascono uguali in DIGNITÀ.
A chi ha a cuore la COSTITUZIONE italiana che riconosce DIRITTI e non li vieta a nessuno.
A tutte e tutti diamo appuntamento per una grande e festosa manifestazione per la LAICITA’ e le LIBERTÀ.
Per una legge sulle UNIONI CIVILI che riconosca il valore sociale dell'AMORE, eterosessuale ed omosessuale.
Per una stagione di riforme fondate sulla libertà e la RESPONSABILITÀ di donne e uomini.
Un futuro di PACE passa per la valorizzazione dei diritti delle persone e il riconoscimento che la PLURALITÀ è una formidabile ricchezza.
Diamo la SVEGLIA alla classe politica. Il tempo dei diritti è ORA.
A chi crede che tutti gli esseri umani nascono uguali in DIGNITÀ.
A chi ha a cuore la COSTITUZIONE italiana che riconosce DIRITTI e non li vieta a nessuno.
A tutte e tutti diamo appuntamento per una grande e festosa manifestazione per la LAICITA’ e le LIBERTÀ.
Per una legge sulle UNIONI CIVILI che riconosca il valore sociale dell'AMORE, eterosessuale ed omosessuale.
Per una stagione di riforme fondate sulla libertà e la RESPONSABILITÀ di donne e uomini.
Un futuro di PACE passa per la valorizzazione dei diritti delle persone e il riconoscimento che la PLURALITÀ è una formidabile ricchezza.
Diamo la SVEGLIA alla classe politica. Il tempo dei diritti è ORA.
"Tutta un'altra musica" già dalla sua nascita ha inserito a pieno titolo tra le proprie priorità quella di sostenere una legge sulle convivenze. La classe politica di un paese moderno si misura sul campo dei diritti civili, per questo non possiamo accettare che il parlamento italiano eviti la discussione sui DICO. Siamo fermamente convinti che sia una proposta di legge saggia e civile, che amplia DIRITTI senza togliere nulla a nessuno.
Seguendo l'esempio del nostro nuovo segretario nazionale Fausto Raciti anche "Tutta un'altra musica" aderisce alla manifestazione Diritti Ora!
http://www.dirittiora.it/default.asp
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lunedì 5 marzo 2007
Fausto Raciti è il nuovo Segretario Nazionale
Delegazione milanese
Raciti: “Dare nuova linfa al progetto politico del Partito Democratico”
“Questo congresso è un terreno plurale e fertile di nuovi progetti” così ha esordito il candidato alla segreteria nazionale della Sinistra giovanile, Fausto Raciti nel suo discorso di candidatura nel quale, ha anche espresso la necessità di cambiamento e riorganizzazione del movimento.Raciti ha affermato che il congresso nazionale “non deve essere celebrato, ma vissuto da tutti i presenti”. Il congresso diventa allora “un punto dal quale è necessario partire per voltare pagina, per avviare una nuova stagione della Sinistra giovanile”.Secondo il candidato segretario la nuova fase della Sg avrà l’obiettivo di dare “nuova linfa” al progetto politico del Partito Democratico “che dovrà dare risposta a quegli interrogativi posti dai giovani durante il congresso e che riguardano la quotidianità dalla nostra generazione”. I temi toccati dall’emozionante discorso di Raciti sono vari e molteplici: la necessità di creare un sistema che sia sostenibile per l’ambiente, che includa tutte le diversità, che dia spazio alle donne, che promuova una sostenibile globalizzazione e la società della conoscenza.“Il partito nuovo - ha detto ancora Raciti - inserito nell’esperienza del socialismo europeo, non dovrà essere il partito delle singole identità, ma dovrà essere basato sulla partecipazione attiva e propositiva di ognuno. La Sinistra giovanile - ha sottolineato ancora il candidato segretario - ha dunque il compito di creare gli strumenti e le energie per farsi ascoltare. Strumenti che nasceranno anche da una nuova responsabilizzazione del territorio”.“Il processo di creazione partito nuovo - ha continuato Raciti - dovrà fondarsi su un dialogo quotidiano costruito giorno dopo giorno con i Giovani della Margherita e con le associazioni che riuniscono i giovani. L’obiettivo è quindi fondare un soggetto politico che, attraverso i nuovi mezzi tecnologici e la discussione plurale sui molti temi, crei nuovo entusiasmo e passione politica, che non rappresenti solo le classi dirigenti e le stanze chiuse”. “Un altro importante spazio di discussione - ha spiegato il candidato segretario - si svolgerà all’interno dei Democratici di Sinistra. Qui la Sinistra Giovanile costruirà una sfida in cui la nostra generazione abbia la possibilità di misurare le proprie capacità di creare spazi e strumenti, con cui il Partito Democratico possa trovare nuova energia”.Per Raciti la prima possibilità di sviluppo della nuova azione politica sarà la partecipazione della Sg alla manifestazione del 10 marzo “Diritti ora!” in favore dei diritti civili “ un’occasione - ha concluso il candidato segretario - che vuole essere un primo strumento per fare sentire la voce dei giovani, per dare una base al disegno di cambiamento di cui abbiamo bisogno”.
Fassino: “Grazie per quello che avete rappresentato in questi anni”
“La Sinistra giovanile ha contribuito a portare nella politica le aspettative e le domande dei giovani”, così il Segretario nazionale dei Democratici di Sinistra, Piero Fassino, ha cominciato il suo intervento davanti ad una platea gremita ed emozionata di delegati della Sg.
“Se abbiamo vinto le elezioni - ha continuato Fassino - è merito della carica di entusiasmo che hanno dimostrato di avere le giovani generazioni, e dei giovani - ha continuato il Segretario nazionale - abbiamo bisogno adesso, in un momento in cui le istituzioni si rinnovano”.
continua su www.sgworld.it e www.dsonline.tv dove è presente la differita video del congresso ( interviste anche a Giovanni e Vittoria)
D'Alema: "Bussate più forte, fatevi sentire!"
“Oggi è una buona giornata per la Sinistra giovanile e anche per il Governo e il Paese - ha affermato il Vicepremier Massimo D’Alema, a chiusura del primo giorno di lavori del congresso della Sinistra giovanile - Il voto alla Camera ha definitivamente chiuso la crisi di maggioranza”. Il ministro degli esteri, molto applaudito, ha sottolineato la grande reazione popolare seguita all’astensione dei due senatori dell’estrema sinistra. Ad uscire rafforzati da questo “inciampo” non solo il Governo, ma anche le istituzioni: finalmente si è aperto il dialogo con le opposizioni sulle riforme fondamentali per l’Italia, a partire dalla legge elettorale.Il presidente Ds, poi, è passato ad analizzare i dati positivi sulla crescita dell’economia italiana, evidenziando il fondamentale ruolo dell’azione di Governo, con il ritrovato controllo della finanza pubblica e la liberazione di nuove energie prodotta dal pacchetto Bersani. “In un mondo sempre più flessibile - ha sottolineato D’Alema - dobbiamo ripensare il sistema di welfare, non solo la previdenza”. Una formazione permanente per permettere il reinserimento nel mercato del lavoro e più funzionali ammortizzatori sociali a sostegno dei disoccupati.Grandi ovazioni in sala quando il Vicepremier è passato al tema dei Di.Co. “ è normale che ora la legge passi al Parlamento, il Governo non ha assolutamente abbandonato questo tema. Per me – ha continuato - questi non sono temi eticamente sensibili, ma diritti civili: non vedo perché una coppia sposata debba sentirsi minacciata quando il diritto all’eredità, solo per fare un esempio viene garantito anche ai conviventi, etero od omosessuale che siano. Non ci si sposa certo per avere diritto all’eredità”.Infine, D’Alema ha dedicato numerose riflessioni alla politica estera e al suo lavoro di ministro degli esteri: “Stiamo lavorando per lottare contro il terrorismo, portando avanti l’Onu, relegato ai margini dai teo-con americani e l’Italia, con l’Europa è tornata protagonista sullo scacchiere internazionale”.Le ultime parole le ha dedicate ai 500 delegati “Dovete trovare il coraggio di bussare più forte alla porta di una nazione vecchia, anche al nostro partito”. Una chiara autocritica in merito alla gestione delle liste elettorali “I nomi degli eletti erano a discrezione dei partiti, ma troppo pochi i giovani”.Prima della standing ovation finale Massimo D’Alema ha esortato la Sinistra giovanile a portare le proprie istanze all’interno del Partito Democratico, per giocare un ruolo chiave nella sua formazione.
giovedì 1 marzo 2007
CCF ovvero: Congresso+Cena+Festa
Sabato 10 marzo ci sarà a Novate Milanese una grande Festa della Sinistra giovanile della zona Nord-Ovest.
Inizierà con una cena alle ore 20.30 a cui siete tutti invitati, il cui costo è di soli 5 euro
(per prenotarsi mandare una mail a sgzona@gmail.com) e proseguirà con un po di musica.
non mancate!
Inizierà con una cena alle ore 20.30 a cui siete tutti invitati, il cui costo è di soli 5 euro
(per prenotarsi mandare una mail a sgzona@gmail.com) e proseguirà con un po di musica.
non mancate!
Lotta alle Mafie
Compagni se queste iniziative si fanno è anche un po merito nostro e di tutte quelle e quei compagni che l'estate scorsa si sono spesi per far approvare nei consigli comunali di mezza provincia l'ordine del giorno per l'istituzione il 21 marzo della "Giornata comunale di lotta alla mafia" impegnando con quell' Odg le Amministrazioni comunali a promuovere iniziative di sensibilizzazione rivolte soprattutto ai più giovani.
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